Teorema di Pier Paolo Pasolini

L´autenticità come tragedia per una classe sociale

 

 

E Dio ci mise sul deserto. E ci tentò. E vide la nostra disperazione. Il deserto è sicuramente una delle parole chiavi per la lettura del film di Pasolini che con questo condanna chiaramente la borghesia, incapace di ogni segno di autenticità nella vita. Se non è inopportuno fare dei paragoni, uno mi viene subito in mente: Salò o le 120 giornate di Sodoma. Lo stesso carico di schematicità, la stessa forza ideologica, adesso un po‘ meno forte l’immaginazione dell’autore che si perde nella carne, nel sangue e nella merda nell’altro film. Se fossimo proprio coraggiosi e dicessimo che Teorema è molto simile a ed è solo un passo precedente a Salò? La denuncia e la condanna di Pasolini è, come nel caso di Salò, totale. Certi protagonisti non evadono mai del circolo vizioso della loro vita.

Che cos’è che rivela la debolezza dei personaggi borghesi in Teorema? Secondo me è una delle emozioni più care all’uomo, cioè l’amore. Infatti il ragazzo ospite a casa dei ricchi borghesi milanesi sembra essere simbolo dell’amore. È attraente per tutti, ognuno a sua volta ha una relazione d’affetto con il ragazzo che non ha delle caratteristiche particolari a prima vista. A questo invito all’autenticità del ragazzo, abbiamo detto, rispondono tutti positivamente, si avvicinano alla realtà quotidiana, all’autentico. Ci sono però delle enormi differenze su come vivono questo urto con l‘autentico diversi protagonisti borghesi e non borghesi. Se tutta la famiglia dei ricchi borghesi annega nei gesti più disperati e inutili e tristi, l’umile serva Emilia, dopo il contatto con l’ospite ignoto, se ne va dal posto della vita vuota e torna in campagna dove fa dei miracoli. Se nel Teorema di Pasolini tutti i protagonisti sono ancora „passivi“ nel caso del Salò questi sono bruttalmente „attivi“. Il figlio si perde nei vani tentativi di produrre opere d’arte, la figlia si perde nella letargia e la moglie si perde nella sfrenata promiscuità. Può essere questo il paradigma di Pasolini per tutta la società borghese. Per questo si può facilmente pensare a un teorema borghese. Viviamo una specie di incubo pirandelliano, un continuo ritornare di tragedia di una famiglia. Un evento ancora più rilevante tocca il padre che decide di donare la fabbrica agli operai. Ma perché? Per rendere tutti gli operai i borghesi? Queste sono tra le domande che si chiedono gli operai davanti alla fabbrica. L‘imprenditore però non sfugge al suo destino, come tutti gli altri membri della famiglia che vivono come se fossero sul deserto, se ne va in esso nudo per provare che cosa succede se veramente tenta di cambiare qualcosa. Ma così come ad esempio Nerone nel libro di Sienkiewicz che voleva che si aprisse il cielo se fa bruciare Roma e non succede niente, neanche in questo caso on muta nulla nella condizione dell’imprenditore, grida nudo disperatamente e inutilmente in deserto. Per poco non abbiamo dimenticato il postino, Ninetto Davoli! Angioletto sempre sorridente che saltella e esulta come passero. Ma questo è il mondo fuori, non è il mondo dei borghesi milanesi. Non c’è pietà nelle immagini di Pasolini per i borghesi. Non così però per i non-borghesi – la serva Emilia finisce la sua vita interrata in un fosso del cantiere, ma non finisce con la morte, bensì con una metamorfosi, quello che era caro agli antici greci, in una sorgente dell’acqua. Questa non-pietà che Pasolini mostra in Teorema si inasprisce ancora di più in Salò, quando le persone di cui non si può avere pietà spietatamente infliggono sul destino dei poveri ragazzi. Se in Teorema si tratta di borghesi penosi, in Salò si tratterà di borghesi criminali. Tutto il Teorema si svolge in un’atmosfera di una certa freddezza dell’ambiente che sanno sciogliere solo i personaggi non borghesi. 

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Jedna reakce na Teorema di Pier Paolo Pasolini

  1. Giuseppina napsal:

    Bene…sono contenta che tu l’abbia pubblicato sul blog… 

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